Il Friuli Venezia Giulia in Barchetta: quando il mare fa solo da contorno
I raduni automobilistici appassionano tutti: dai partecipanti ai curiosi, dagli appassionati ai passanti. Il passaggio delle autovetture per le vie del centro e la conseguente sosta nei luoghi più caratteristici di una città fanno sognare le persone, evocando ricordi e momenti del passato. In altre parole, permettono di estraniarsi dalla realtà e di vivere per qualche ora in un'epoca passata. Non so se questo fosse lo scopo degli organizzatori del raduno della Fiat barchetta, ma sono certo che volessero organizzare un’esperienza fuori dall’ordinario per permettere ai partecipanti di godere delle bellezze del nostro territorio e di assaporare i piatti tipici. Per capirne qualcosa di più, parliamo direttamente con uno degli organizzatori del raduno della Fiat barchetta, Massimo Urban.
Che cos'è un raduno automobilistico e qual è il suo scopo?
Un raduno automobilistico ha più scopi. Fra questi possiamo ricordare il fattore aggregativo di persone accumunate dalla medesima passione, che si può considerare lo scopo principale, e la possibilità di apprezzare luoghi e posti che si trovano al di fuori dei percorsi ordinari. In questo caso specifico, la passione che accomuna le persone è quella per la Fiat barchetta (si scrive proprio in piccolo), un’autovettura spider prodotta negli stabilimenti della Fiat dal 1994 al 2005.
Perché ha deciso di organizzare un raduno automobilistico della Fiat barchetta assieme al delegato regionale?
All’inizio dell’anno il barchetta Club Italia domanda a tutti i delegati regionali e a tutti i soci disponibili (e volenterosi) la candidatura per un raduno nella loro Regione o nelle località a loro più note (così da agevolare sia la parte organizzativa sia quella burocratica). Quest’anno, dopo un raduno tenutosi in Carnia nel 2011, io e il delegato regionale Alessandro Prodorutti abbiamo deciso di proporre la nostra Regione per un raduno transfrontaliero perché il suo decentramento permette di offrire ai partecipanti panorami e percorsi particolarmente indicati per quello che, in gergo, è definito slow drive. La nostra idea ha subito riscontrato un discreto successo ed è piaciuta molto al Direttivo, il quale ha deciso di calendarizzarla tra gli appuntamenti più importanti di quest’anno.
Quante persone hanno partecipato?
Il raduno ha avuto un piccolo successo personale con una partecipazione di 30 vetture e 54 partecipanti. Possono sembrare pochi, ma per un raduno monomarca e soprattutto mono modello, è un buon risultato. È chiaro che questo non può essere paragonato a quello riscontrabile in eventi simili targati Fiat 500 perché se si confronta i dati di produzione delle due vetture, ci si rende conto che della Fiat barchetta sono stati prodotti 57.000 esemplari, mentre della Fiat 500 ne sono stati prodotti 5 milioni. Tutto sommato, la risposta a questo evento si può considerare positiva.
Quali tappe avete percorso?
Il tema del raduno, iniziato il 12 luglio e terminato il 15 luglio, è stato all’insegna della bellezza dei paesaggi e dei borghi caratteristici, con strade e percorsi che ben si prestano alla guida con vetture spider. Il tutto su uno sfondo turistico-culturale che, tristemente, ha legato queste località: il fil rouge della Prima Guerra Mondiale.
Il raduno vero è proprio è iniziato il 13 luglio con partenza dall'Hotel Carnia di Venzone. Abbiamo percorso la valle del Canal del Ferro e abbiamo visitato le miniere di Cave del Predil. Successivamente abbiamo proseguito verso l’Austria per visitare il centro di Villach, per concludere al tramonto sul lago di Fusine di rientro in Italia. Il giorno dopo siamo partiti da Venzone, spostandoci verso Cividale del Friuli, dove, grazie ad una visita guidata e all’ospitalità del centralissimo Caffè San Marco, abbiamo potuto apprezzare sia la storia sia i prodotti tipici di questo incantevole borgo medievale. Dopodiché, abbiamo proseguito in Slovenia con la visita di Caporetto ed il suggestivo percorso nella verde Valle dell'Isonzo, giungendo in serata a Gorizia.
L’ultimo giorno di raduno, grazie all'ampia disponibilità offerta dal Comune di Gorizia, abbiamo sostato nei luoghi cardine della città quali Piazza Sant'Antonio e Piazzale Seghizzi all'interno del borgo del Castello di Gorizia e abbiamo potuto apprezzare la storia di questa città di confine. Prima del rientro nelle rispettive località, abbiamo avuto l’opportunità di visitare il Museo Ford di Farra d’Isonzo con Paolo Gratton (costruttore del Museo e primo concessionario Ford in Friuli).
Pensa sia stata un'opportunità per la nostra Regione di far conoscere le bellezze che la caratterizzano?
Assolutamente sì. Può sembrare una risposta un po’ di parte, ma sono convinto che questa tipologia di turismo possa avere notevoli benefici per i territori. Per quale motivo? Perché la visita “in gruppo” permette un assaggio di quello che offre la Regione ospitante, incentivando le persone a ritornarci successivamente per approfondirne la conoscenza.
Qual è il bilancio finale di questo evento?
Il riscontro dei partecipanti, provenienti dalle più disparate località d'Italia (Napoli, Roma, Ascoli Piceno, Ventimiglia, Torino…), è stato molto positivo. Le bellezze paesaggistiche e la cultura enogastronomica della nostra Regione sono state un’ottima cornice a corredo del raduno. Non abbiamo avuto sempre bel tempo per poter guidare con le vetture scoperte, ma possiamo dire che i brevi rovesci verificatesi non hanno “guastato la festa”, ma al contrario hanno hanno aiutato a mantenere le temperature gradevoli.
Sussiste l’intenzione di riproporlo nei prossimi anni?
Il barchetta Club Italia, dalla sua nascita nel 2000 ad oggi ha proposto più di 150 raduni senza mai replicarne uno. L’Italia è ricca di posti suggestivi e offre continuamente spunti per nuove proposte. Io penso che il FVG ospiterà sicuramente in futuro altri raduni perché la nostra è una Regione che rimane nel cuore.