Da Udine a Londra: storia di un commercialista che si è reinventato e ce l'ha fatta.
Harley Street, Londra. Famosa per le cliniche e gli studi privati dei medici. la via riserva una sorpresa inaspettata al civico 29: Dottori Commercialisti Londra Ltd. Costituita nel 2006, è una società di diritto inglese, con sede a Londra, che offre servizi che spaziano dall'assistenza societaria, finanziaria, contabile a quella logistica, fiscale e legale. Si rivolge agli operatori, prevalentemente italiani, che intendono avviare una propria attività nel Regno Unito. Ma parliamo direttamente con il fondatore e amministratore unico della società, il dr. Stefano Rossini.
Perché ha deciso di andare a Londra?
Ho maturato l'idea di andare a Londra a fine 2007, quando ho intuito che il sistema economico mondiale stava cambiando profondamente: i clienti pagavano le parcelle in ritardo perché incontravano difficoltà, a loro volta, nell'incassare i loro crediti correnti, nonché nel procurarsi nuove linee di credito, finanziamenti e mutui.
Quando ha costituito la prima società a Londra?
Nel 2006 ho costituito le mie prime due società Ltd in relazione ad un progetto di respiro internazionale che stavo avviando in collaborazione con la Confederazione Mondiale dei Gioiellieri. Le modalità ed i tecnicismi d'incorporazione delle due limited company hanno suscitato il mio interesse professionale e mi hanno spronato ad approfondire questo argomento dal punto di vista societario, fiscale ed amministrativo. All'epoca non mi ero reso conto che, nell'avviare tali iniziative, stavo gettando le basi di quella che sarebbe stata la mia futura attività.
Come mai ha scelto di fondare il proprio core business sugli imprenditori italiani?
Ho scelto il settore della consulenza agli imprenditori italiani a fronte della mia pluriennale esperienza professionale già maturata come dottore commercialista e revisore contabile in Italia. L'idea di poter aiutare le imprese italiane ad internazionalizzarsi mi affascinava ed intuii subito che Londra rappresentava il trampolino ideale per poter dare solidità ai loro progetti, a motivo anche di un sistema legislativo d'impresa basato su regole semplici, chiare e molto meno complesse ed invasive di quelle italiane.
Quale è la differenza fra lavorare a Udine e a Londra?
La complessità e l'incertezza del quadro normativo nel quale la mia professione di dottore commercialista si trova quotidianamente ad operare. A Londra, gestire amministrativamente un'impresa è molto meno complesso e si ha molto più tempo da dedicare al raggiungimento di maggior redditività ed alla creazione di valore aggiunto per il proprio business.
Pensa che sia stata la scelta giusta? La rifarebbe?
Assolutamente sì. I risultati sono andati oltre le mie aspettative, anche se ciò ha comportato un grande sacrificio, soprattutto da parte dei miei familiari rimasti in Italia, che mi hanno comunque sempre sostenuto ed incoraggiato a proseguire e a "non mollare". Ciò premesso, è una scelta che rifarei senza incertezze.
Cosa le manca dell'Italia?
La famiglia, innanzitutto, e un modello di vita sano e tranquillo Che mi ero Costruito negli anni precedenti e che ho dovuto cercare di ricostruire, per quanto possibile, a Londra. Dal punto di vista professionale, per converso, non ho nessun rimpianto, anzi ritengo di poter definire la mia scelta assolutamente lungimirante.
In futuro vorrebbe tornare in Italia?
Non voglio mostrarmi facilmente pessimista, ma temo che l'Italia avrà bisogno di diversi anni per ricostruire le condizioni ideali, per riavviare la propria economia e, conseguentemente, adeguate opportunità professionali; fino ad allora, se e quando avverrà, non vedo le condizioni minimali per rientrare a lavorare in Italia.
Pensa che i giovani abbiano un futuro in Italia?
Temo di no per vari motivi, tra i quali i principali sono l'incerta situazione politica e le evidenti difficoltà di un'economica che non trova la forza di avviare progetti di politica economica di ampio respiro in grado di ridare forza e vitalità al nostro Paese. Tale situazione negativa è riscontrabile da un esame dei parametri fondamentali inerenti la ridotta ricchezza e la scarsa crescita delle imprese italiane, rispetto ai concorrenti europei ed internazionali.
Cosa consiglierebbe ai giovani?
Consiglierei di compiere un'esperienza di studio e lavoro all'estero, cosa che i loro pari generazione all'estero considerano da tempo passaggio fondamentale per dare solidità ai loro futuri progetti e opportunità lavorative.