Flora: "Voglio trasmettere il valore del dono".
Dopo 12 anni di presidenza, il dottor Renzo Peressoni lascia la presidenza ad uno dei tre vicepresidenti dell’A.F.D.S. Roberto Flora. Ha ottenuto 282 voti contro i 54 raccolti da Federico Cosci, guida della sezione di Udine città. L’elezione è avvenuta il 26 novembre all'auditorium “Comelli” di Udine, alla presenza degli oltre 400 delegati, in rappresentanza delle più di 200 sezioni friulane. Ma parliamo direttamente con il nuovo presidente dell’Associazione Friulana Donatori di Sangue.
Quale è stato il suo percorso nell’A.F.D.S.?
Sin da ragazzo, ho collaborato nell’A.F.D.S., stimolato anche da mio padre che è riuscito ad infondermi l’importanza del dono del sangue. Dopo due mandati come segretario della sezione Udine Città, dove mio padre era presidente, sono diventato consigliere della stessa. Dopo essere stato, per qualche anno, lontano dall’associazione per problemi familiari, sono andato ad abitare a Cussignacco. Nel 2007, mi è stata prospettata l’idea di seguire la presidenza della sezione omonima sia per l’esperienza accumulata precedentemente nell’associazione sia per la fama di assiduo promotore del dono del sangue. Alcuni anni dopo, sono diventato consigliere provinciale di Udine Ovest per due mandati e, al secondo di questi, il dottor Peressoni mi ha chiesto di diventare uno dei tre vicepresidenti dell’A.F.D.S. Questo ruolo mi ha permesso di rivestire, nello stesso periodo, alcuni incarichi particolari, come la vicepresidenza regionale della F.I.D.A.S. (Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue), che sono stati importanti per capire come funziona effettivamente tutto il percorso legato alla donazione.
Come mai ha deciso di candidarsi come presidente dell’A.F.D.S.?
Ho fatto molte valutazioni nell’ultimo anno prima di decidere di candidarmi alla presidenza perché non sono ancora in pensione e, per questo motivo, il tempo da destinare a questa carica sarà inevitabilmente sottratto alla mia famiglia e alle mie passioni.
Continuerà a mantenere il suo ruolo all’interno della sezione di Cussignacco?
La carica di presidente provinciale dell’A.F.D.S. è incompatibile con quella di presidente della sezione. Pertanto, ho dovuto abbandonare il mio ruolo, ma sono sicuro che il mio successore Manuela Nardon non farà rimpiangere la mia assenza. La nuova presidentessa è stata consigliera della stessa per diversi anni e il gruppo di lavoro che abbiamo creato nella sezione è rimasto praticamente inalterato.
Come pensa che sia stata l’amministrazione precedente?
È stata un’amministrazione abbastanza rilevante perché il dottor Peressoni, essendo stato dirigente presso l’Ospedale di Udine, conosceva i modi più opportuni ed efficaci per interagire con determinati ambienti. Inoltre, è riuscito a far crescere l’associazione in termini di numeri, nonostante il periodo recessivo che la nostra società sta attraversando da un po’ di anni.
Quali sono gli obiettivi della sua presidenza e come pensa di mantenere/migliorare quanto fatto fino ad ora?
I miei obiettivi sono:
- riuscire ad individuare, in concerto con i centri trasfusionali, nuove modalità di orario per venire incontro alle esigenze di un sempre maggior numero di donatori;
- attuare una programmazione seria sul territorio attraverso un sistema di prenotazione efficace delle donazioni;
- aiutare le sezioni a risolvere qualsiasi problematica nel minor tempo possibile;
- realizzare una collaborazione più intensa con le altre associazioni (A.D.M.O, A.D.O) perché il mondo del volontariato è la spina dorsale della nostra società;
- trasmettere il valore del dono del sangue alle persone che hanno fra i 35 e 45 anni, in quanto risultano statisticamente le meno attive rispetto alle altre fasce d’età;
- instaurare un collegamento fra i dati dell’Insiel e quelli della nostra associazione per poter organizzare e programmare meglio le scelte dell’A.F.D.S.
Come si colloca la sua associazione in ambito nazionale e rispetto alle richieste e alle esigenze dei centri trasfusionali?
L’A.F.D.S. è una delle fondatrici della F.I.D.A.S nazionale, assieme alle associazioni del Piemonte e della Lombardia, ed è rappresentata dal dottor Loris Zoratti. La nostra associazione rappresenta circa il 70% delle donazioni regionali e spero che, in futuro, si riesca a collaborare attivamente con le altre 4 associazioni regionali.
L’A.F.D.S. in numeri?
I nostri iscritti sono circa 52.000 fra persone attive, non attive e non donanti più per motivi vari. Le donazioni del 2016 sono state 40.000, approssimativamente 1000 in meno rispetto al 2015. Anche se i numeri non ci danno molta soddisfazione, bisogna essere positivi perché le persone, chiamate a donare per fronteggiare alla considerevole esigenza di sangue derivante dalle calamità naturali verificatesi quest’anno, si sono presentate numerose a donare nei centri trasfusionali regionali. Siamo una realtà invidiata in tutta Italia.
La donazione può essere effettuata dai 18 ai 70 anni. Per questo motivo, sorge spontanea la domanda: quali sono le iniziative che metterà in atto per attirare e invogliare i giovani a donare?
Un consigliere dell’associazione, Guglielmo del Monte, è stato incaricato di contattare i presidenti giovani delle sezioni territoriali per sottolineare l’importanza di un rapporto sano e costruttivo con le associazioni studentesche, che rappresentano il perno dell’A.F.D.S.
Sappiamo che qualche anno fa era nato un gruppo Giovani allo scopo di coordinare i ragazzi delle sezioni dell’A.F.D.S. Lei ha intenzione di ripristinarlo o ritiene che ogni sezione debba gestire autonomamente i suoi ragazzi?
In un certo senso lo ripristineremo, ma in maniera diversa rispetto a quello passato. Dopo la sua costituzione, il gruppo precedente ha perso, sin da subito, molti ragazzi perché probabilmente abbiamo sbagliato in qualcosa o non siamo stati in grado di parlare il loro linguaggio. Avevamo cercato di renderlo autonomo, dandogli a disposizione anche un budget. Adesso bisogna studiare un modo diverso per creare un gruppo Giovani: l’idea è quella di far lavorare loro stessi nelle rispettive sezioni e organizzare degli eventi, nei quali venga concessa la possibilità di ritrovarsi per portare avanti dei progetti assieme perché essi stessi avvertono la necessità di farlo. Il professore dell’I.S.I.S. Malignani, Marco Rossi, è il consigliere delle studentesche ed è stato incaricato di valutare quali sono i giovani leader delle varie sezioni che possano migliorare la nostra associazione, proponendo idee innovative.